into the mex

Cari amici, come avrete capito  abbiamo assunto dei ritmi un po’ più messicani. Scriviamo più lentamente, ma con più passione, anche se ancora, per questo Paese non proviamo l’amore viscerale che speravamo; pensiamo di dover fare una sosta nello stesso posto almeno per un mese, per entrarci in confidenza.

Lasciamo l’isolata penisola della Baja, zona fronteriza, dove, come al solito, qualunque gringo fa quello che negli usa è riservato solo ai più potenti: speculazioni edilizie, gestione di droga e di prostituzione, campeggio libero, estrazione dell’oro con solventi chimici e così via; il fatto che la grande maggioranza del territorio sia ancora vergine, non fa altro che renderlo ancora più evidente.

 

Voliamo da La Paz e ci tuffiamo nel cuore del Messico, a Guadalajara, Jalisco, uno dei suoi 32 stati. Il Messico del Norte lo faremo in un altro viaggio o in un’altra vita.

La piccola cittadina di 6 milioni di abitanti è autentica, qui nascono i principali stereotipi della cultura messicana: Tequila, Mariachi, larghi sombreri…

Ma chi li ha visti? Alloggiamo all’Hostal Galaria una sorta di loft, gestito da giovani molto cordiali; sembra di essere a casa, i locali della Zona Rosa sono ormai “europeizzati”; bellissimo il mercato coperto, piazze e cattedrali per tutto il centro storico, ristoranti ultra vegetariani quasi da confondersi con la disciplina ospedaliera di una clinica di purificazione, andiamo perfino a teatro (lasciamo perdere!!!). Insomma viviamo un po’ di socialità cittadina anche se in realtà non vediamo l’ora di avvicinarci all’entroterra.

Infatti puntiamo a nord, alla Huasteca, zona surrealista di selva e castelli, alla Tolkien. Qui facciamo scalo a Jalpan, nel Queretaro, un grazioso paesino di montagna dove il natale si inizia a festeggiare già a metà dicembre.

Scesi dall’autobus ci si materializza il “pueblo magico” di Xilitla, magico davvero che ci regala i migliori panini vegetariani degli ultimi mesi con Las Tortugas. Giungiamo a piedi e con zaino in spalla, dopo un kilometro “messicano” (4km effettivi) a “Las Pozas”. Meta di turismo messicano e di gite domenicali familiari e di giovani psichedelici, che tentano di rivivere il fasti del creatore del giardino Edward James, poeta inglese legato ai movimenti surrealisti, dove qui ha potuto dar sfogo a tutte le sue visioni, creando in un’autentica “follia”, un giardino, nel bel mezzo di una selva incontaminata, fatto di scale a chiocciola verso il nulla, porte che portano ad altre porte, archi, balconi intorno a della cascate naturali dove si creano piscine nelle quali è possibile fare il bagno…

Un posto unico al mondo, un’opera d’arte moderna in cemento armato che ci affascina, ma che ci lascia piuttosto perplessi.

Qui abitiamo le “Cabanas Las Pozas” gestite da Jordi, un simpatico rastamanno di Barcellona, che qui ha trovato il suo paradiso. Vicino si sente ad intermittenza la psy-trance elettronica dalla più di tendenza (e cara) Casa Caracol, per fortuna c’è poca gente, in alta stagione dev’esserci un delirio…!

Visitiamo le altre meraviglie della surreale terra huasteca al “Sotano de las Golondrinas “  una caverna verticale grande quanto la Tour Eiffel, dove all’alba escono creando un vortice milioni di uccelli diretti al mare, 45 minuti di un spettacolo naturale incredibile, chiuso da pappagalli verdissimi che escono velocissimi. Al tramonto rientrano, lo spettacolo replica tutti i giorni da migliaia di anni…anime delle vergini huasteche sacrificate qui in nome del dio dalla pioggia e della dea della fertilità.

Le cascate di Tumul sono di un acqua talmente verde che sembra finta, e risalire il torrente pagaiando una canoa di legno, fare il bagno sotto delle caverne e dentro delle grotte è un’esperienza che solo un gruppo di israeliani riesce a rovinare.

 

Il Natale, anche se dal clima non si direbbe, è vicinissimo, al D.F. (districto Federal) ovvero Città del Messico ci ricongiungiamo con la suocera Lucia e il suo compagno Mario. Arrivano quando in Italia è già Cena della vigilia, qui nel centro Historico solo i baracchini sono aperti anche il giorno di Natale, la sera invece del tradizionale (non per noi) cinema andiamo all’Arena Mexico per l’incontro di Lucha Libre, uno spettacolo qui popolarissimo, di un trash inimmaginabile, dove il divertimento sta nel partecipare all’assurdo, gridando, ridendo, insultando e (guarda un po’) bevendo casse di chela (birra). Prima di “sparire” per “le ferie” al mare finiamo questo Natale fugace in città andando a visitare la maestossisime e “sorde” piramidi di Teotiuacan, per poi attraversare la città in taxi arrivando da Frida Kahlo a Coyoacan.

Tags: , , , , , , , , , , ,

4 Comments

sera

January 13th, 2012

oh minchia! DIECI giorni senza un post?!?!
cazzo mi mancate un casino!

Perdidos? Desaparesidos?!
O su qualche isoletta tropicale dei caraibi? LOST?!

Avete rotto l’iPhone?

Robba

Pandiario

January 13th, 2012

@robba!!!!perdonaci se ti abbiamo fatto soffrire!ma come puoi leggere eravamo impegnati con onde, camarones, nudisti…ma sappi che ci sei mancato tanto anche tu!

sera

January 14th, 2012

ma il tipo con la coda di cavallo e il tatuaggio delle foto 3169 e 3303 è di Parma e si chiama Mario?
Perchè è uguale a uno che frequqenta la palestra dove vado io.
Sempre bravi a tutti e due;
ciao da Carlo Belletti

Pandiario

January 14th, 2012

ha ha ah ha siiiii è Mario! il compagno di mia suocera!
ciao carlo grazie, proseguiamo…

Leave a Reply