pro-regreso a Milano

Forse sono pronta per scrivere. Luci soffuse, lavatrice in sottofondo, tutti gli acquisti che ci siamo auto-inviati dal Centro America sistemati a modo sulle mensole, un teschio, un San Simon, quarzi e quarzetti, biglietti da visita, libri ormai invecchiatissimi e umidi, magliette stracciate nei cassetti e zaini al profumo di ammorbidente dentro una cassapanca.

E’ passato poco più di un mese dal rientro e il viaggio sembra quasi non essere esistito, ma sulla pelle e nel nostro ritmo si insinua malinconica la traccia dei 35 gradi di San Paolo, l’ultimo lungo scalo brasiliano del volo Ushuaia-Milano.

Stiamo benone, siamo felici, abbiamo un’energia che riusciamo a sfogare in milioni di modi, lavorando, girando inutilmente per la città in bicicletta alla ricerca di un mercato, di un parrucchiere, di un abbonamento telefonico, passando l’aspirapolvere tutti i giorni, avvitando lampadine, lavando e rilavando panni poco sporchi, facendo pane in casa, gnocchi in casa, torte in casa. Tutto in casa.Vi ricordate quando all’inizio scrivevamo di Tucidide, il nostro villaggio decaduto? ecco siamo tornati qui e non è vero che le cose sono sempre uguali, sono peggiorate! l’inezia sembra fare da padrona, fino a vedere gente che lancia dal finestrino della macchina il sacchetto della monnezza e mentre fuori dalla Fabbrica ci sono sole, caldo e 15 gradi, vedere i vicini che scivolano su lastre di ghiaccio di cemento, sono aumentati gli arresti domiciliari per spaccio ed è arrivata la moda di vendere il viagra su fb ai vicini di casa, sono nati i nuovi ladri da loft…insomma la fauna si è molto diversificata, e non ci resta che ridere.

Gli amici invece no, non sono peggiorati, sono cambiati certo, ma sono sempre più amorosi, tanto quanto le nostre famiglie. Cartelloni e lacrime di benvenuto ci hanno accolti all’aeroporto. Noi dopo un Natale inquieto, parlante e frastornante, ci siamo rinchiusi qui. Ogni tanto ci guardiamo e ci diciamo “Ma ti rendi conto dove siamo stati e che cosa abbiamo visto?” e poi torniamo sulla bellissima quotidianità, sui nostri progetti futuri, su quello che non ci piace di qui e quello che vorremmo di là. Il lavoro ci ha già intercettato, per cui non possiamo neppure dire che la crisi ci abbia investito in pieno, ma ci guardiamo alle spalle. Ci separiamo a spizzichi e bocconi perché altrimenti ci mancherebbe il respiro, ma riusciamo a farci i fatti nostri con una certa inaspettata scioltezza e si litiga meno.

Adesso, dopo avervi rincontrato e riabbracciato dopo tanta nostalgia, saremmo pronti, però, a viaggiare un altro anno ancora…

 

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One Comment

sera

March 10th, 2013

e noi rimaniamo in attesa di un altro vostro viaggio!!!!

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