cioccolata calda alla Oaxaqueña

Andiamo a ritroso: dopo il natale a Città del Messico, decidiamo di allietare i nostri ospiti, Mamma Lucia e Mario, con una tranquilla settimana di mare e sole sulla costa di Oaxaca, nella zona di Puerto Escondido, per festeggiare il nuovo anno.

Dopo un viaggio notturno in bus di circa 16 ore con continue interruzioni per varie avarie, decidiamo di scendere prima del previsto ritrovandoci così nei pressi della Laguna di Chacahua: quella che a detta di amici, fino a 10 anni fa, era un paradiso sulla terra, oggi lo continua ad essere. È davvero un posto da sogno, acqua dolce e salata insieme, un pueblito abitato dagli ultimi afro-messicani rimasti e plancton visibilmente  fluorescente di notte. Certo abbiamo messo alla prova i due ospiti, facendoli dormire in una scatola di cemento umidissima, condita di un solo materasso piuttosto pulcioso, con un bagno in comune, la cui doccia era sospesa con dei fili della corrente e i cessi, entrambi fuori uso, potevano regalarti da un momento all’altro un ricordino del vicino di favela. Comunque prova superata, bravi! Carlo e io, invece, ci alleniamo all’amaca notturna: prova superata, se non fosse per la seconda notte in cui un vicino d’amaca indesiderato ci ha intrattenuto a suon di rutti, scoregge e sbiascimenti. Per ripagare Lupe, la nostra oste, della sua ospitalità spendiamo un patrimonio in pranzi a base di camarones al mojo de ajo i più buoni che abbiamo provato fino adesso.

Tappa successiva Puerto Escondido, dove ci aspettiamo italiani che giocano a calcio con i locali (o forse quello era Marrakesh Express o Mediterraneo)e invece ci ritroviamo ad essere tra i pochi stranieri in mezzo a orde di messicani che festeggiano il capodanno, in tutta tranquillità, con fuochi che paragonati a quelli napoletani, sono, a dir poco, pari allo zero.

Questo posto ci ha stupiti per il suo aspetto ancora puramente messicano, i turisti sono relegati giù al puerto per cui, quando passeggi tra le strade della parte alta ti puoi illudere di essere uno dei pochi turisti in circolazione…

Noi pensando di fare cosa buona e giusta per Lucia e Mario, abbiamo optato per Punta Zicatela, la parte più frequentata dai turisti/surfisti “cul”, per scoprire poi che avremmo tutti preferito la cittadina più a misura di messicano. Perseverando negli errori, ci siamo lasciati affascinare da un hostal, i cui proprietari sono due sloveni, più una slovena tutta ansia e poca carne a capo del bar. I due omaccioni con i dread imbionditi dal dolce far nulla, ci hanno accolto come 4 sacchi di patate, non un saluto, non una cordialità; veniamo a conoscenza che sottopagano i loro dipendenti (100 pesos al giorno, cioè 5 euro) tanto che anche un messicano li chiamerebbe sfruttatori. Perla del bar del Frutas y Verduras è Mirko, un italiano, pankabbestia, che ci ha fortunatamente dato una sferzata di accoglienza, Insomma, il posto sia esteticamente attraente, è chiaro che diffidiamo chiunque dal frequentarlo o dormirci . Tra onde che sfidano i bagnanti a salti da strappacostume a Punta Zicatela, tra il clima hippie e naturalistico di Mazunte e Zipolite, dove le mutande dei bagnanti sono belle che strappate, tra i morbidi flutti di Playa Carrizalillo, arriva il 3 di gennaio e mamma Lucia e Mario, ci lasciano per trascorrere gli ultimi due giorni a Città del Messico; il saluto apparentemente facile, col senno di poi, ci lascia amreggiati, consapevoli che non ci rivedremo forse prima di un anno. Ma non tiriamo alle lunghe le lacrime e ci spostiamo poco più in là a Puerto Angel, pueblo di pescatori, dove decidiamo di fermarci per un po’.  Spezziamo la sosta con una volata a San Josè del Pacifico. Per come ne parlano, questo pueblo ci incuriosisce non poco: famoso per i funghi allucinogeni tra i più pesanti al mondo. Sarà che non è stagione di funghi, sarà che per me non è mai stata stagione, sarà che per Carlo quella stagione è passata, ma la nostra visita è stata brevissima. Un paesino che nel nostro immaginario doveva essere ruralissimo, tetro, follettoso, si rivela fin troppo preciso e poco magico. Ci scaldano un po’ uno scoiattolo gordito che ci strappa una tortilla dalle mani e una tazza di champurrado, che tanto ricorda la cuccia siciliana. Dopo una sola notte ripartiamo…torniamo al mare con il raffreddore.

 

Tags: , , , , , , , ,

2 Comments

sera

January 13th, 2012

NOOOOOOOO!!!!!!!!NON ME LO DOVEVATE FARE!UN ABBRACCIO.LUCIA.

Pandiario

January 13th, 2012

@Lucia!!!mamma cara, ci hai fatto ridere più tu in 5 minuti che tutta la gente incontrata da 5 mesi ad oggi!
Grazie davvero sei come un raggio di sole!!

Leave a Reply