ratatouille di Alaska

Vi scriviamo dal Resurrect Art Coffee House una chiesetta sconsacrata a Seward, paesino di legni colorati, sul mare, in mezzo a ghiacciai che scendono da una perfetta cornice di montagne.

L’Alaska è un paese che ti svuota del superfluo e ti riempie della materia più vera: una natura che si distende grandiosa e silenziosa per centinaia di miglia, tundre infinitamente verdi che iniziano a tingersi d’autunno, mari di un ghiaggio apparente e mari di ghiaccio reale. Tutto quello che immaginavamo lo abbiamo trovato ed è ancora più immenso.

I nostri giorni si alternano tra trekking e biciclettate soft a mo’ di pensionati saffici, ricercando ora avventurose esperienze in Kayak nell’Ovest della penisola del Kenai. Usciti da Anchorage preferiamo la vita più selvatica, poche docce, no ristoranti, no fast-food, ma una cucina come fossimo a casa nel tepore dello “Zio Gerri”. Infatti, la materia prima, (salmoni, halibut, tonno, zucchine gialle, patate viola e rosse, frutta) è eccellente, ma non si capisce come, il pesce lo si trovi prevalentemente fritto o con burro salsificato e le verdure sembrano sparire nell’etere.

Fatta eccezione per i costi piuttosto elevati (ad esempio le patate a circa 3,50 euro al Kg) al supermercato, tra le varie schifezze, si trova quasi tutto, a parte pane e alcolici a seconda delle zone, ma le “drugs” e le sigarette abbondano… anche se non vedrai mai nessuno fumare per strada.

Tags: Alaska, ratatouille, Valdez, Whittier, Willow lake

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